Qual è la differenza tra un training e un trattamento?da un'intervista a Valdeane Brown
Il training della mente è una pratica che si svolge nel tempo.
Se si parte dal Tao, possiamo capire meglio questa definizione. Nel Tao di Lao Tzu, c’è una frase importante che recita: “Se persegui il sapere, ogni giorno guadagni qualcosa in più, ma se persegui la libertà, ogni giorno devi abbandonare qualcosa“. Perché devi raggiungere la coscienza pura e l’idea alla base di questa filosofia è che per studiare il sé occorre dimenticare il sé.
Ecco, questa è la nostra idea di training, incentrata sulla interazione tra diversi saperi e suffragata dalle neuroscienze.
Dunque qual è la differenza di metodo tra un approccio basato sul training e uno sul trattamento?
La differenza la fanno gli obiettivi che si pongono i clienti.
Una delle ragioni più frequenti che spinge le persone a fare Neurofeedback è un amico. Un amico che lo ha fatto o lo sta facendo e ha visto grossi cambiamenti nella sua vita. Spesso non sa spiegare la ragione di questi cambiamenti, ma li ha notati e ne ha avuto beneficio.Altra cosa è quando il cliente si pone un obiettivo stringente, allora si pongono questioni pratiche.
E l’immancabile domanda: quanto tempo occorre? Rispondo che non lo so, ma poi incalzato dico: “10 anni”. Allora l’interlocutore si scoraggia e poi incalza: “Ma se io faccio tantissimo training con Neuroptimal® e pratico il più possibile?” “Allora” rispondo “Ce ne vorranno 20!”. Questo non vuol dire che una più alta frequenza di sessioni sia inefficace, ma che di solito cercare risultati alacremente è il modo migliore per non ottenerli.
E poi c’è un altro fatto. Siccome il training riguarda la propria coscienza, non esistono risultati standard e quindi una durata standard: è il singolo individuo a fare il proprio personale percorso.
Ecco perché non siamo orientati verso un trattamento che conduca al raggiungimento di specifici obiettivi.
Ma non è semplice. Il training funziona se si è capaci di notare le piccole differenze e di farne tesoro, perché dalle piccole differenze si arriverà ai grandi cambiamenti.
Prendiamo un cliente che soffre di mal di testa. Se passa da cinque attacchi settimanali a tre, è un grande cambiamento. Il cliente però potrebbe non notarli e semplicemente dire: “Ho ancora mal di testa!”. La dinamicità del processo segue la dinamicità del singolo, in un training che ogni volta è unico.
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